domenica 31 agosto 2008

Intervallo senza pecore.



sabato 30 agosto 2008

Cemento ed acciao sul molo del buongustaio.

venerdì 29 agosto 2008

Allo stop dei lavori per la nuova autostazione, fa seguito l'approvazione di una demolizione per far posto ad una nuova costruzione.



COMMERCIALE, la destinazione.

lunedì 25 agosto 2008

Ectoplasmi e fantasmi.



Ciao lorenzo, alla tua iniziativa -silos- ho fatto alcuni scatti della proiezione di diapo, ed incredibilmente ho trovato su uno dei fotogrammi un'altra immagine impressionata...! ciò forse è accaduto a causa della vicinanza del municipio alla sede della tua mostra. chissà. in effetti era da poco finita la manifestazione "fano dei cesari" e due cesari si debbono essere persi per strada, nella notte bianca in cui tutte le vaccate sono bianche.
Impressionante l'abbigliamento dei due, che pare la definitiva
realizzazione di immagine del sindaco odierno, evolutasi dopo i vari
tentativi mediatici degli ultimi decenni (in costume sia in ufficio che alle parate militari, con fascia tricolore nelle occasioni, in mutande per le sfilate).,la promozione della fano dei cesari di quest'anno vanta la notte bianca cesarea come "autentica" in quanto romana, viso che pare fu caligola a inaugurare i giochi di notte per sollazzare il popolino tra un massacro e un altro. c'è solo da sperare che in futuro non si emuli l'imperatore
che fece senatore il suo cavallo anche in altre esperienze politiche
oltre che nel panem et circenses.

ave, silos!
grazie per aver catturato e offerto alla memoria di tuti i fanesi le
immagini sconosciute di uno dei crolli monumentali e inevitabili
dell'economia locale. il tuo lavoro, che ci ha intristiti e
suggestionati con le sue presenze, ci è tanto piaciuto.

francesca.

Cara Francesca,
troppo buona. Grazie. Avevo pensato che SILOS, oltrechè sollecitare la memoria di un luogo che fu praticato con fatica e vantaggio da molti nostri concittadini, potesse indurre alla riflessione - in materia urbanistica, intendo - l'allegra brigata di specialisti operanti nel territorio. Mi riferisco ad architetti, urbamisti e politici. La più parte regolarmente invitati dalla Direzione della Biblioteca Federiciana. Ne hai visti tu, di costoro? Macchè, tutti in ferie od inabili a pensare. Tantopiù che il tema - progetto e riconversione - sta diventando di sempre maggiore attualità dopo l'approvazione, da parte della Commissione Edilizia, del disegno di un nuovo Centro Commerciale nell'area dell'ex Molino Albani, destinato ad essere presto abbattuto. Puo passare tutto, cara Francesca, ma siamo davvero alla frutta se un'area di pregio come quella appena citata verrà presto inondata di cemento per far posto alle vetrine. Di più: durante un furtivo sopralluogo in compagnia di amici all'interno dell'edificio, ho potuto constatare la presenza di alcuni oggetti di vero pregio estetico - una scala a chiocciola in ferro, attrezzature in disuso, ecc. - che andrebbero, secondo me, recuperati alla demolizione e trattenuti in un luogo destinato alla loro permanente esposizione. Ma questi sono pensieri stravaganti di un comune cittadino, anche se mi piacerebbe fossero ampiamente condivisi.E, sono certo, ciò valga molto di più per la gente comune che per la spocchia intellettualistica - quando si hanno le mani in pasta, non solo quella, per la verità - di buona parte di addetti ai lavori, guru della Cultura compresi. Ad ogni modo, non posso negare di essere stato lusingato dalla presenza, all'inaugurazione, del Sindaco ed Assessore alla Cultura in pectore Stefano Aguzzi. Comunque la si pensi, l'impegno presenzialista gli fa onore come Primo Cittadino e gli produce consenso. Con lui mi piace citare il Prof. Ghiandoni, ma anche tanti altri(e), che perdoneranno se non li nomino. Tuttavia, se la memoria non mi fa difetto o se mi fossi troppo distratto per l'occasione mondana (!), non ho notato alcun altro leader d'opinione locale (si fa per dire). Un vero onore certe assenze. Una conferma a non aver voluto far conto sulla cosiddetta fanesitudine per vedere riconosciuto e criticato il proprio lavoro. Ma SILOS doveva avere la sua anteprima a Fano. Nonostante tutto. Approfitto, dunque, per ringraziare, oltre te, tutti coloro che, visitando la mostra - e, sono stati tanti - mi hanno dimostrato simpatia e stima. Grazie ancora.

domenica 24 agosto 2008

Insisto fino ad essere molesto: con l'ex Molino Albani mettiamo in gioco il nostro domani.

Il luogo, la sua storia ed il rispetto della memoria sono stati persi di vista dalle colpevoli omissioni del progettista. A costui/ei - per esempio - possono essere fornite testimonianze acute del valore estetico ed antropologico di alcuni reperti presenti all'interno dell'edificio che, secondo il parere di chi li ha (furtivamente) visti, andrebbero recuperati e ricontestualizzati in un altrove da stabilire, prima che la demolizione spazzi via ogni cosa e con essa il senso di quella presenza, inquietante quanto si vuole, ma ancora significativa per la forma urbana della nostra città.

sabato 9 agosto 2008

SILOS, materiali per un'Estetica delle Rovine.



SILOS
L'Orizzonte scomparso.

Fino a pochi anni fa,il profilo della Città della Fortuna si distingueva per la geometria verticale di due giganteschi silos che indirizzavano lo sguardo di chi l'attraversava e quale che fosse la sua direzione di provenienza. Brand (1) della forma urbana paragonabile, sotto altra specie, alla statua della Fortuna di Piazza XX Settembre, ha cessato di marcare, con l'efficacia del simbolo, quell segmento di spazio visivo. Nell'area dove sorgevano, limitrofa alla foce del fiume Metauro, alla quale si congiungeva il piccolo arcipelago di laghetti artificiali (2), solo rovine e resti inerti di un passato che segnò, dandole origine, la cultura industriale della città. E, com'è nella natura delle cose, il paesaggio - non solo quello, in realtà - muta profondamente col trascorrere del tempo. Per circa quarant'anni (3) si succedettero, col ritmo ciclico della coltura bieticola, le attività industriali dello Zuccherificio che diede occupazione, sia permanente che temporanea, ad ampie fasce di popolazione urbana che, in quel tempo, non aveva certamente migliori alternative. Non è ardito affermare che le competenze tecniche (4) distribuite dal sistema e colte con profitto dal personale più intraprendente e qualificato, abbiano consentito il trasferimento ad altri settori produttivi, la propria capacità di promuovere lo sviluppo economico del territorio. Oggi, il caso più emblematico ad esse ascrivibile è quello del comparto nautico. Una selezione di immagini a colori, prese con il senno della ricerca antropo-visuale tra l'anno 2000 ed il 2006 racconta, sia pure con accento estetizzante, la trasformazione urbanistica dell’area, prima con la chiusura, poi con la demolizione dello Stabilimento.
Ciò che resta del Complesso che ha formato generazioni di tecnici ed orientato la cultura industriale del territorio non è altro che una piatta distesa di macerie che attende un destino degno di valore.

Lorenzo Amaduzzi

(1) Il termine anglosassone brand è correntemente utilizzato nell’area del marketing strategico-operativo per designare la marca. Qui si intende evocarne l’accezione proposta da Franco La Cecla nel suo recentissimo panflet: Contro l’architettura, Bollati Boringhieri, 2008”
(2) Vasche di decantazione e depurazione.
(3) L'attività produttiva dello Zuccherificio, con la prima campagna saccarifera, prese avvio nel 1960, mentre la costruzione dello stabilimento, dopo che la Commissione Edilizia della città ne concesse la licenza - esattamente in data 6 marzo 1959 - ebbe inizio immediatamente dopo.
(4) I settori, dove maggiormente ebbero occasione di manifestarsi le capacità tecniche e manageriali acquisite nel processo di lavorazione industriale della barbabietola, sono quello chimico, meccanico, elettrico ed ecologico.


La motivazione principale a rendere pubblico questo lavoro deriva dall’occasione che essa mi offre di rendere omaggio alla memoria di mio padre Ivo. Il 9 Ottobre 1958, data del mio compleanno, egli partecipò, in qualità di Assessore, alla seduta del Consiglio Comunale che produsse la delibera che aveva per oggetto la “costruzione di un grande zuccherificio in Fano”.



Lorenzo Amaduzzi

Contatto:

Lorenzo Amaduzzi
lorenzo.amaduzzi@tele2.it
mainbody@alice.it

Photoblogs:

http://mainbody.blogspot.com/
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http://industrialsprawl.blogspot.com/
http://sugarcathedral.blogspot.com/
http://colonieamare.blogspot.com/
http://trainingship.blogspot.com/

Sito personale:
http://www.corpodifabbrica.it (2003)

SILOS.
The disappeared Horizon.

Until a few years ago ,the skyline of the City of Fortune was marked by the form of two huge silos that caught the look of a traveller whatever the direction he came in.
Brand (1) of the urban shape , comparable ,in a different sense, to the statue of the Fortune in XX September Square, has now ceased to mark ,with the effectiveness of its symbol , the visual space of the horizon. In the area, near the mouth of the Metauro river , to which a little archipelago of artificial ponds (2)were connected, stood only ruins and useless remains of a past that marked the origin of the industrial development of the town.
And , following the rule of nature , the landscape ,but not only , changes deeply in the course of the rime.
For about forty years (3) followed , with the cyclic rhythm of the sugar beet crops, the industrial activities of the Zuccherificio (Sugar Factory) which would give both permanent and temporary employment to a wide number of classes of the urban population, that ,in those times ,for certain, had no better perspectives. Undoubtedly it may be affirmed that the most active and qualified workers, profiting by the technical abilities(4) offered by the system , were then able to transfer their acquired skills to other productive fields so giving a major start to the economic development of the territory. Today ,the most evident case it may be referred to is the field of the shipbuilding.
A selection of coloured photos, taken between 200 and 2006 with the intent of a anthropo-visual research, though with an aesthetically- stressed accent, narrates the urbanized transformation of the area, first with the closing of the plant, then with the demolition of the factory. What remains of the Complex that formed generations of technicians and oriented the industrial culture of the territory is but a flat extent of ruins that awaits a better destiny, deserving worth.
Lorenzo Amaduzzi

(1) The English term brand is currently used in the marketing language to design a trade mark. Here is evoked in the meaning proposed by Franco La Cecla in his latest pamphlet : Against Architecture, Bollati Boringhieri, 2008.
(2) Basins for depuration and decantation.
(3) In 1960 the production activity began in occasion of the first sugar campaign. The building of the works started soon after the Town Building Committee gave the licence on March 6,1959.
(4) The main sectors where the technical and manager abilities acquired by the manpower
during the industrial transformation of beets are the chemical, mechanical, electric and ecological ones.

venerdì 8 agosto 2008

O la va o la spacca.

Il Presidente della Giunta Regionale: figura democratica o "prodotto" ?

Le recenti dichiarazioni del Presidente della Regiona Marche, Gian Mario Spacca, sembrerebbero propendere purtroppo per la seconda ipotesi. Non solo infatti Spacca non risponde alle richieste di incontro rivoltegli dai comitati di cittadini, neppure risponde alle interpellanze di amministrazioni locali e provincia, anzi, fa in modo di rilasciare dichiarazioni che cancellano, o per meglio dire detergono, i problemi posti dai cittadini e la volontà popolare espressa in documenti ufficiali.


E' proprio vero che le regole "per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano". Pensiamo al Piano energetico regionale; quando si tratta di autorizzare ad ogni costo un inceneritore da 120mila tonnellate di "biomassa" all'anno, bocciato per ben DUE VOLTE dalla Soprintendenza di Ancona e rifiutato dalla Provincia e da 14 Amministrazioni comunali, Spacca e Amagliani troneggiano dittatoriali "il Pear lo prevede, quindi si farà". Quando però Confindustria chiede una programmazione energetica diversa, di certo ancor più infiorettata di mega centrali (nocive alla popolazione e all'ambiente), il "prodotto" Spacca promette "il Piano energetico sarà rivisto".


E c'è di più: quando si tratta di autorizzare un rigassificatore a Falconara dalla Giunta si fa sapere, dopo aver consultato il granitico libro sacro Pear, "si farà perché il Pear non lo esclude", se però i cittadini della valle del Metauro chiedono una revisione del Pear alla luce delle recenti evidenze scientifiche su polveri e nanopolveri, e in base ad una diversa visione e programmazione economica ed agricola, Spacca, l'uomo che nega anche i dati, scherza: "per dire che la centrale è un inceneritore che produce diossina ...ci vuole una mente perversa", negando ogni evidenza tecnica e scientifica e prendendo per i fondelli i cittadini.


"La soluzione è allineare le amministrazioni o unificare le competenze"per Spacca: forse imporre alle amministrazioni impianti improbabili e nocivi che fanno solo la salute delle tasche di pochi sedicenti imprenditori, oppure negare alle istituzioni territoriali voce in capitolo sull'iter autorizzativo degli energo-mostri. Con buona pace delle regole della democrazia. Anche quelle, se ostacolano lo "sviluppo" voluto da Confindustria ed altri...si cambiano.


Caro Spacca, ce lo ha mandato a dire per vie indirette, sta sgusciando via sui problemi, cancella e nega le contraddizioni: lei è proprio un prodotto di questo vecchio sistema politico, per il quale i cittadini vanno solo usati (e abusati) in tempo di elezioni, e per il resto sono utenti, e le loro opinioni ...scomode "macchie".


8 agosto 2008

Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano

lunedì 4 agosto 2008

Coming soon.

La spiaggia libera di Sassonia: la situazione un anno dopo


Durante il mese di agosto 2007, dopo aver assistito increduli al divieto di balneazione dovuto allo spurgo al mare dello sfioratore di Sassonia, situato alla fine di Viale Adriatico, abbiamo iniziato un’opera di sensibilizzazione portando a galla alcuni problemi che i tanti fanesi e turisti vivono d’estate nell’usufruire della spiaggia libera. Con una raccolta di circa 500 firme abbiamo chiesto all’amministrazione di apportare alcune migliorie.

Chiedevamo alcune semplici infrastrutture, presenti come criteri da valutare anche nel questionario che l’associazione FEE (Foundation for Environmental Education www.feeitalia.org) tutti gli anni predispone per la candidatura delle città costiere alla certificazione simbolica della Bandiera Blu. Per questa infatti si tratta di riempire ed inviare a questa associazione un questionario, e tra le caratteristiche richieste alle spiagge candidate ce ne sono alcune che corrispondono semplicemente a criteri di buon senso: come l’abolizione delle barriere architettoniche, la presenza di bagni e docce in misura adeguata all’affluenza , la predisposizione di aree di parcheggio per persone con mobilità limitata, la raccolta differenziata dei rifiuti, la presenza del servizio di salvataggio ecc…

Alcune delle nostre richieste sono state esaudite dall’amministrazione, che ha visto coincidere l’appello della cittadinanza con i criteri del tanto ambito vessillo blu: è stata istallata una doccia in più nella spiaggia libera di Via Ruggeri, la raccolta differenziata dei rifiuti è stata inserita anche nella spiaggia libera di Sassonia. Purtroppo però le richieste più importanti per i tanti bagnanti ancora non hanno ricevuto una risposta adeguata.


Non sappiamo più nulla del piano di riqualificazione delle fognature; qualcuno spiegherà alla cittadinanza come avverrà il miracolo, richiesto anche dalla bandiera blu, che le fogne miste in caso di eventi di pioggia eccezionale non finiscano anche in mare e proprio dove facciamo il bagno?

La spiaggia libera di Sassonia non ha ancora un bagno pubblico con accesso per disabili. C’è infatti un piccolo bagno situato lontano dalla spiaggia proprio accanto al parcheggio di camper di Via Ruggeri, ma che risulta spesso chiuso e che non è accessibile a tutti. L’assenza del bagno nelle vicinanze della spiaggia comincia a diventare un problema quando l’afflusso dei turisti è maggiore, come ad esempio la domenica o durante il mese di agosto. E’ capitato infatti di vedere mamme incivili che usavano la battigia come wc per i loro bambini ... sono molti quelli che pensano al mare come una latrina a cielo aperto. Non sappiamo con che punteggio è stata assegnata la Bandiera, però sappiamo che i servizi igienici sono richiesti come criterio imperativo dal questionario della Fee…

La spiaggia libera non ha ancora un accesso per i disabili, avevamo chiesto come criterio minimo di civiltà un accesso tramite passerella, secondo standard europei che sono stati applicati anche con pochissimo onere finanziario da altri comuni rivieraschi di marche e romagna. Non vogliamo infatti che si pensi ad una spiaggia dedicata alle persone che hanno problemi a camminare, vorremmo l’abbattimento delle barriere nei luoghi pubblici e quindi chiediamo una spiaggia dove l’accesso e il raggiungimento del mare sia garantito per tutti.


Le promotrici della raccolta di firme del 2007.

Monia Andreani, Bettina Gunther, Alida Lorenzetti, Francesca Palazzi Arduini.

sabato 2 agosto 2008

Ve lo giro paro paro: per la Cultura fanese un altro boccone amaro.

"Passaggio di consegne nell'assessorato alla Cultura. Francesco Giovanelli, ufficio del sindaco, sostituisce il dirigente Claudio Giardini, in pensione dall'altro ieri. Un nuovo cambiamento, in questo caso non traumatico, in un settore che ha infiammato la campagna elettorale 2004 e che è diventato una spina nel fianco per l'attuale Amministrazione. Dalle dimissioni dell'assessore Davide Rossi ai litigi in Fondazione Teatro, solo per fare un paio di esempi, l'elenco delle fibrillazioni e dei dissapori è piuttosto lungo. Qualche segno è rimasto.Cin cin goliardico, e soprattutto molto riservato, ieri mattina nel foyer del teatro. Ristretta, infatti, la cerchia degli invitati: una quindicina di persone in tutto. E sconosciuti ai più sia l'incontro sia la sua ragione. Alla fine, tra una selva di "Non so", "Non c'entro", "Non c'ero", "Non posso parlare", dalle mezze parole e da qualche risata è saltato fuori il motivo del brindisi: la pensione di Giardini. "Un'iniziativa goliardica", si affretta a precisare chi era presente. Quando i calici si sono levati, però, non era per scacciare la nostalgia.Dell'ironica sbicchierata qualcuno sapeva già da qualche giorno: "Pensavo fosse una battuta". Il capogruppo Pd, Luca Stefanelli, l'ha invece presa sul serio: "Chiederò al sindaco Stefano Aguzzi i chiarimenti sulla festicciola. Vorrei sapere per quale motivo è stata organizzata, se sia opportuno utilizzare il teatro della Fortuna per una simile iniziativa e chi l'ha autorizzata".L'invito annunciava che "ai festeggiamenti" sarebbe stata presente anche "una delegazione pesarese". Lo stesso biglietto risultava abbastanza evasivo sul tema dei "festeggiamenti", difficile da interpretare ai non addetti ai lavori e perfino misterioso, quindi abbastanza in linea con le recenti vicende del teatro: i fantasmi oppure Eyes Wide Shut in mascherata di Carnevale. E invece ieri non era questione di continuità artistica o esoterica. Giardini, che in precedenza aveva lavorato a Pesaro, era stato sostituito qualche mese fa dal collega Fausto Schermi alla direzione amministrativa della Fondazione Teatro, dopo roventi dissapori con il soprintendente Simone Brunetti. Le tensioni, però, sono state anche in altri settori della Cultura."
O.S.