lunedì 21 aprile 2008

Non è vero che siamo tutti sulla stessa barca.

Caro Sindaco,
ieri, domenica, alcuni marciapiedi della nostra città si sono trasformati, per la straordinaria affluenza allo Yacht Festival, in area di sosta supplementare per una moltitudine di SUV. Tanto per manifestarLe, dal consueto osservatorio di comune cittadino e senza alcuna spocchia moralistica, il compiacimento per il successo di una manifestazione che conferma l'eccellenza di un distretto produttivo ormai radicato nel territorio ed affermato internazionalmente. E' così vero che, contrariamente all'opinione di un comune amico, che nell'area portuale vedrebbe meglio - si tratta, ovviamente, di un'affermazione iperbolica - il Festival dell'Unità, ritengo invece che dall'opulenza di pochi possa scaturire un utile benessere anche per chi non si cura di investire risorse intellettuali e materiali per ottenere il Lusso come stile di vita. A condizione, però, che ad un'ostentazione così potente corrisponda un proporzionale (con)tributo fiscale alle casse dell'Erario. E' la riflessione, non così originale forse, che ha tenuto occupata la mia mente durante i quattro passi compiuti sul lungomare stracolmo di gente comune che, in buona parte, avrebbe concluso la giornata di riposo con una cena al "Pesce Azzurro", al costo di 10 Euro a persona. Allora, mi sono detto, quale occasione migliore di questa per individuare, fisicamente, faccia a faccia, direi, i tanti contribuenti sbadati che si scordano di dichiarare per intero le loro fortune, a danno di quel segmento di popolazione, sempre più numeroso, ahimè, che fatica a raggiungere la fine del mese e, magari, si spinge a rubare una confezione di sottilette al supermercato, con la conseguenza di incrementare il lavoro del nostro malconcio apparato giudiziario, già così sovraccarico di impegni nell'amministrazione ordinaria? Bene, caro Sindaco, gliene dico un'altra, poi chiudo: qualche giorno fa, sempre da quelle parti, assistevo agli arroganti schiamazzi di un gruppo di giovani magrebini - presumo - che sfottevano alcuni operai che lavoravano alla sistemazione stagionale dei Bagni Carlo mentre, poco dopo, lungo viale Adriatico transitava una Porsche cabriolet con alla guida un giovanissimo, probabilmente neo-patentato, con a fianco la ragazza che teneva sulle ginocchia un cagnolino, di quelli così di moda nelle famiglie bene. Non ho potuto fare a meno di trarre le mie personalissime quanto amare conclusioni: ci siamo talmente ingrassati, come società, come città e come civiltà che diventa politicamente inevitabile - Le dico di più - eticamente ineccepibile, essere disarcionati nei privilegi dal giovane mondo dei diseredati. Il guaio è che toccherà al popolo del "Pesce Azzurro" e non a quello degli Yacht subire le umiliazioni che ne deriveranno. Le confesso che a me piacerebbe che la storia non si ripetesse e che l'orizzonte del destino in cui s'inscrive il futuro di mia figlia e dei miei nipoti fosse meno oscuro ed incerto.
Sempre cordialmente.

Lorenzo Amaduzzi

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