Dal Corriere Adriarico di oggi:
Due regioni unite dalla cultura
Giornata importante per la realizzazione del distretto che ingloba 19 Comuni
Fratte Rosa
Dalle potenzialità ai fatti. Le terre tra le Marche e l’Umbria smettono di pensare in termini d’ipotesi e passano ai fatti. Oggi a Fabriano si riuniscono i 19 comuni a cavallo tra le province di Pesaro, Ancona e Perugia, tuttora divisi in quattro comunità montane, le regioni Marche ed Umbria,i Gal Montefeltro, Flaminia Cesano ed Esino, il Consorzio Grotte Frassassi-Genga, la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Fabriano e quella di Perugia, le sede locali della Confindustria, della Confartigianato, della Cna, di Confcommercio, Federalberghi di Gubbio, tantissime associazioni culturali e la fondazione Aristide Merloni.
E’ un assemblea riservata agli associati che eleggeranno il triumvirato dei sindaci che guideranno la tavola operativo del distretto culturale dell’appennino umbro-marchgiano ed il regolamento interno. Un distretto da non confondere con la solita messa in rete di musei e monumenti, di abbazie e di monasteri poiché è intenzionato a pilotare sull’area il massimo dei finanziamenti nazionali ed europeo per creare un forte effetto moltiplicatore. Un’idea rotariana concepita e sviluppata dalla commissione turistica dei cinque club dell’area 2090, nel lontano gennaio 2005. Gente purtroppo consapevole già quattro anni fa che il sistema industriale e manifatturiero del comprensorio era a rischio. Ed ecco il piano per far nascere un nuovo distretto solo che questa volta la cultura è una scusa per provocare nuove occasioni imprenditoriali e fare un turismo nel suo senso più lato.
Quello di prossimità e di lungo raggio che mette in evidenza le peculiarità storiche, ambientale ma cerca a rinforzare l’identità della gente che abita queste terre, punta sull’ancestrale savoir-faire e ridà le lettere di nobiltà ad un artigianato bistrattato. Al centro di tutto una grossa operazione di marketing territoriale, perché i territori in fondo sono dei prodotti da posizionare sui mercati. Solo che qui le leggi sono più complesse e tantissimi parametri, difficile da controllare, influenzano sul giudizio finale di qualità. Come l’asfalto scadente, l’assenza di arredi urbani, le troppe porte chiuse dei musei, l’accoglienza sgarbata o conti salati… Perni del distretto, tre progetti sviluppati da Cività, nota società di consulenza romana che ha organizzato la mostra del Gentile l’anno scorso e quest’anno quella dedicata a Rafaello ad Urbino, su indicazioni della commissione rotariana. Le tematiche sono i luoghi dello spirito, le feste e le arti del fare (artigianato ed enogastronomia) e, opportunamente sviluppati, sono in grado di coinvolgere tutte le articolazioni sociali dell’area.
Due regioni unite dalla cultura
Giornata importante per la realizzazione del distretto che ingloba 19 Comuni
Fratte Rosa
Dalle potenzialità ai fatti. Le terre tra le Marche e l’Umbria smettono di pensare in termini d’ipotesi e passano ai fatti. Oggi a Fabriano si riuniscono i 19 comuni a cavallo tra le province di Pesaro, Ancona e Perugia, tuttora divisi in quattro comunità montane, le regioni Marche ed Umbria,i Gal Montefeltro, Flaminia Cesano ed Esino, il Consorzio Grotte Frassassi-Genga, la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Fabriano e quella di Perugia, le sede locali della Confindustria, della Confartigianato, della Cna, di Confcommercio, Federalberghi di Gubbio, tantissime associazioni culturali e la fondazione Aristide Merloni.
E’ un assemblea riservata agli associati che eleggeranno il triumvirato dei sindaci che guideranno la tavola operativo del distretto culturale dell’appennino umbro-marchgiano ed il regolamento interno. Un distretto da non confondere con la solita messa in rete di musei e monumenti, di abbazie e di monasteri poiché è intenzionato a pilotare sull’area il massimo dei finanziamenti nazionali ed europeo per creare un forte effetto moltiplicatore. Un’idea rotariana concepita e sviluppata dalla commissione turistica dei cinque club dell’area 2090, nel lontano gennaio 2005. Gente purtroppo consapevole già quattro anni fa che il sistema industriale e manifatturiero del comprensorio era a rischio. Ed ecco il piano per far nascere un nuovo distretto solo che questa volta la cultura è una scusa per provocare nuove occasioni imprenditoriali e fare un turismo nel suo senso più lato.
Quello di prossimità e di lungo raggio che mette in evidenza le peculiarità storiche, ambientale ma cerca a rinforzare l’identità della gente che abita queste terre, punta sull’ancestrale savoir-faire e ridà le lettere di nobiltà ad un artigianato bistrattato. Al centro di tutto una grossa operazione di marketing territoriale, perché i territori in fondo sono dei prodotti da posizionare sui mercati. Solo che qui le leggi sono più complesse e tantissimi parametri, difficile da controllare, influenzano sul giudizio finale di qualità. Come l’asfalto scadente, l’assenza di arredi urbani, le troppe porte chiuse dei musei, l’accoglienza sgarbata o conti salati… Perni del distretto, tre progetti sviluppati da Cività, nota società di consulenza romana che ha organizzato la mostra del Gentile l’anno scorso e quest’anno quella dedicata a Rafaello ad Urbino, su indicazioni della commissione rotariana. Le tematiche sono i luoghi dello spirito, le feste e le arti del fare (artigianato ed enogastronomia) e, opportunamente sviluppati, sono in grado di coinvolgere tutte le articolazioni sociali dell’area.
VERONIQUE ANGELETTI
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