mercoledì 22 luglio 2009

Caldarroste a ferragosto.

Osvaldo Scatassi su "Il Messaggero" di Martedì 21 Luglio

Il mattino dopo la Notte Bianca è stato traumatico per molti abitanti del Lido. Fuori di casa la domenica presto, con acqua, varechina, spazzoloni, e giù a pulire il marciapiede dai residui fisiologici di pantagrueliche bevute, la sera precedente. Una corvè privata imposta da un rito di massa, che ha il suo fascino estivo e anche un evidente rovescio della medaglia: sdoganare gli eccessi. Record di presenze e di incassi, si è detto, ma ai residenti è rimasto solo un nauseante odore di latrina a cielo aperto.
"Serve solo per far bere i giovani". Questo è il senso della Notte Bianca secondo una donna di 78 anni, la casa lungo una laterale di viale Cairoli, impegnata a suo volta a pulire il marciapiede da cocci di bottiglia, chiazze di vomito e urine. "Chi organizza - commenta il vicino di casa - ha il dovere di predisporre, pubblicizzandone la dislocazione, un congruo numero di servizi igienici. Altrimenti equivale a dire: arrangiatevi sui muri, negli androni, sulla soglia della mia anziana vicina".
Ci scappa anche un po' d'ironia: "Ho saputo che dal prossimo anno la Notte Bianca si farà ogni volta in un quartiere diverso, a cominciare dalla frazione in cui vive la famiglia del sindaco e poi, via via, davanti a casa di tutti gli assessori. Visto, sentito e annusato che cosa hanno fatto le migliaia di giovani partecipanti all'allegra nottata, con la cosciente complicità dei genitori e il caloroso incoraggiamento della giunta comunale, credo che il programma di avviamento all'alcolismo e alla cultura dello sballo della prossima generazione abbia fatto un altro passo avanti".
Per i grillini di Fano a 5 stelle, invece, la Notte Bianca è un assist per politiche a favore delle piste ciclabili: "Centinaia di persone hanno usato la bici per spostarsi, contribuendo ad alleggerire il traffico e sollevandosi dall'assillo di trovare un parcheggio. Il fatto è che quando si parla di piste ciclabili, come Luciano Benini durante il recente consiglio comunale, l'aula si spopola. Oppure si sente dire dai banchi della maggioranza che di certi studi, come quello del Bartolagi, si può fare a meno".
Diverse centinaia di persone hanno visitato la pinacoteca sacra della Fondazione Carifano al San Domenico. Circa 150 i visitatori al museo civico, una trentina i biglietti omaggio. Qualche lamentela fra chi ha pagato il biglietto: qualcuno si aspettava un'apertura gratuita. Grande affluenza anche al teatro della Fortuna: "Dalle 21 alle 24 più di 600 persone. Le visite sono state guidate dal sovrintendente Simone Brunetti. Tanti i turisti e soprattutto tanti stranieri". La Notte Bianca nasce come notte della cultura, dell'arte e dello spettacolo: si può dire che resta vivo anche lo 'spirito' originale.

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Abbiamo fatto notare come la celebrazione di un evento - di per sè tutt'altro che originale ed innovativo - abbia ottenuto largo consenso soprattutto tra le categorie del Commercio, già prodighe di consigli e richieste agli organizzatori in vista della prossima edizione della Fano dei Cesari, per le ragioni simmetricamente opposte a quelle che noi riteniamo debba essere l'impegno degli Amministratori della città nei confronti della popolazione residente e degli ospiti estivi: pronunciata cura ed attenzione nei confronti del patromonio dei Beni Culturali cittadini, senza nulla togliere al legittimo bisogno di svago di tutti, dei più giovani in particolare. Ecco, la missione dovrebbe essere porprio questa: da un lato, aprire le porte alla creativitò giovanile, dall'altra favorire la più ampia partecipazione possibile alla conoscenza delle radici storiche della città. E' più che evidente che si tratta soltanto di un'elaborazione concettuale che necessiterebbe, per essere attuata, di conseguenti corollari programmatici. Cioè, rispondere a due semplici domande: 1. che iniziative predisporre per ottenere l'impegno creativo dei giovani? 2. di che strumenti dotarsi e quali iniziative produrre per attirare i bisogni identitari dei cittadini, pur nella prospettiva di una società sempre più multietnica? Dislocando in aree dove sarebbe possibile un maggiore controllo dell'impatto ambientale (Parco Aeroporto) l'offerta più marcatamente ludica (Concerti, Ballo) e concentrando nel centro storico iniziative a più spiccata vocazione culturale (Arte, Musica Contemporanea, Teatro) senza, peraltro, privarlo di adeguati punti di ristoro, oltre quelli abitualmente attivi con sede fissa (Bar, Ristoranti, Pizzerie, Pubs), riteniamo possa essere disegnato un palinsesto degno di Civile Progresso. Così facendo, magari, si potrebbero vendere le caldarroste a ferragosto. Continuiamo ad illuderci: potrebbe succedere.

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